Armonizzare una melodia

di Simone Trimarco
La melodia è l'essenza della canzone; il secondo elemento maggiormente caratterizzante è proprio l'armonia. Che cos'è l'armonia? Detto in parole povere si tratta degli accordi che accompagnano la melodia.
L'armonia dovrebbe contenere di per sè un senso e una direzione, proprio come se si trattasse di una "melodia di accordi", ed è per questo che gli accordi, nel corso degli anni, hanno assunto specifiche funzioni l'uno rispetto all'altro, e si sono consolidate alcune sequenze o "giri" armonici tipici dei diversi generi. Ad esempio sicuramente avrete sentito parlare del mitico "giro di do", o del "II V I" tipico del jazz. Altri passaggi tipici sono le "cadenze", ossia le modalità con le quali un giro si conclude. La cadenza più diffusa è la cadenza perfetta, ossia la sequenza che si conclude con l'accordo di settima sul V grado che risolve sul I grado. Ci sono molti tipi diversi di cadenza tra cui la cadenza plagale, quella sospesa e quella evitata. Dunque l'armonia ha le sue regole e si sviluppa in modo da avere un senso di per sè; ma quale rapporto c'è tra armonia e melodia?

Questi due elementi fondamentali di ogni canzone sono indissolubilmente legati. Infatti solo alcuni accordi possono armonizzare determinate note della melodia. La maggior parte delle volte la nota della melodia che cade sul primo tempo della battuta corrisponde ad una delle tre note dell'accordo sottostante. Ad esempio se l'accordo è Do probabilmente la nota sul primo tempo sarà do, mi o sol. Il più le note che contano al fine dell'armonizzazione sono quelle sui tempi forti, quindi sul primo e sul terzo; proprio per questo molte volte gli accordi cambiano ogni battuta, a volte ogni due tempi (proprio sul primo e sul terzo). La maggior parte delle volte però la melodia nasce prima dell'armonizzazione, quindi il processo sarà inverso e chi arrangia scegliere un accordo che contiene la nota della melodia. Se ad esempio canto un Mi sul primo tempo della battuta l'accordo sottostante potrebbe essere (nella tonalità di Do) Do, Mim o Lam. Ognuno di questi accordi contiene infatti la nota Mi. Se sul primo tempo della seconda battuta la melodia si muoverà sul Fa potrò scegliere tra Rem, Fa, Simb5.

Ricorda però, le possibilità non sono così limitate! Infatti è possibile armonizzare in modo che la nota della melodia non sia una delle tre note della triade dell'accordo ma un'estensione più complessa come la sesta, la settima, la nona e così via. Non solo! si può anche armonizzare con accordi che esulano dalla tonalità d'impianto del pezzo, creando un effetto originale e in aspettato. Ad esempio, sempre nella tonalità di Do, se la nostra melodia atterra nella seconda battuta sulla nota Mi potremmo armonizzarla con l'accordo di Mi maggiore, non presente nella tonalità di Do.

Spesso l'armonizzazione della melodia è appannaggio esclusivo dell'autore del pezzo, ma l'arrangiatore può aggiungere o modificare le sue scelte per dare varietà e originalità al pezzo. Ogni accordo conferisce alla melodia un diverso riflesso, un pizzico di malinconia o di allegria, di energia o mistero; è compito dell'arrangiatore scegliere quella che renderà il pezzo un successo!

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