Ripetizione e variazione

di Simone Trimarco
I due ingredienti fondamentali di ogni composizione musicale, e dunque di ogni arrangiamento, sono la ripetizione e la variazione. Proprio come in cucina però, l'eccesso di uno degli ingredienti o l'assenza dell'altro provocherà un risultato squilibrato, insipido o troppo pungente. L'equilibrio tra ripetizione e variazione è l'essenza di un brano musicale ben riuscito e l'arrangiatore deve contribuire in questa direzione.

Naturalmente è fondamentale che il brano di per sé contenga le giuste dosi di variazione e ripetizione, oppure ci sarà ben poco che l'arrangiatore potrà fare. Per questo le canzoni pop ripetono sempre le strofe e i ritornelli uguali e non proseguono all'infinito aggiungendo nuovo materiale melodico e armonico.

Escludendo dunque la ripetizione e la variazione intrinseca alla melodia, l'arrangiatore possiede molti colori nella sua tavolozza adatti ad esaltare le peculiarità del pezzo.

Partiamo dai tre elementi di base che abbiamo preso in considerazione in un precedente articolo per vedere come possono essere manipolati dall'arrangiatore per creare movimento e rendere variegato un pezzo: armonia, melodia e ritmo.

Variare l'armonia
L'arrangiatore può sostituire uno o più accordi del giro principale in modo che, ad esempio, il giro della strofa sia diverso da quello del prechorus. Gli accordi vanno sostituiti assicurandosi che la melodia non ne venga danneggiata. Ad esempio abbiamo visto in precedenza come, se il cantante tocca un mi, l'arrangiatore possa scegliere tra gli accordi di Do, Mim e Lam. Se nel primo giro sceglie Do nel secondo potrebbe sostituirlo con Lam, dando una nuova sfumatura alla melodia.

Un'altra variazione molto semplice che si può realizzare variando la melodia è quella di cambiare la nota fondamentale di un accordo con la terza o la quinta. Gli accordi ottenuti attraverso questo procedimento si chiamano "rivolti", e sono molto utilizzati nella musica pop.

Variare la melodia
Escludendo le variazioni che potrebbe eseguire la melodia principale, e che generalmente sono stabilite da chi scrive il brano, l'arrangiatore può variare tutte quelle melodie secondarie che riempiono i vuoti lasciati dal canto, o che fanno da contrappunto alla voce. Un'armonizzazione di terza nella seconda strofa ad esempio la differenzierà dalla prima, senza causare una variazione eccessiva; oppure, se un pianoforte rispondeva alla voce con delle frasi nel prechorus, nella seconda ripetizione l'arrangiatore potrebbe scegliere di cambiarle, o sostituirle con quelle di un altro strumento.

Variare il ritmo
Le diverse sezioni dell'arrangiamento possono essere accompagnate da un ritmo diverso; più semplice nella strofa e più complesso nel ritornello; oppure nella seconda strofa potrebbe aggiungersi un nuovo elemento ritmico, come una chitarra elettrica che si incrocia con il ritmo di batteria. L'esempio più estremo di variazione del ritmo sono rallentamenti, cambi di frazione di tempo e, molto popolare nei pezzi contemporanei, il dimezzamento del ritmo detto anche "halftime".

Variazioni con gli strumenti
L'arrangiatore può anche utilizzare cambi di strumentazione o accompagnamento per aggiungere il giusto livello di varietà ad un pezzo. Ad esempio può far accompagnare alla chitarra arpeggiate la prima strofa, a quella in strumming la seconda. Può cambiare la strumentazione, facendo accompagnare, ad esempio, il primo ritornello da un arpeggio di pianoforte, il secondo da un'orchestra o un quartetto d'archi.
La variazione più semplice ed utilizzata è l'aggiunta di nuovi strumenti in modo che la dinamica salga sempre più man mano che il brano va avanti. Ad esempio le chitarre elettriche potrebbero entrare nel ritornello per farlo salire di intensità, sparire nella seconda strofa e rientrare in grande stile assieme all'orchestra sul finale.

Conclusione
Come l'autore di canzoni, anche l'arrangiatore deve contribuire ad ottenere un risultato equilibrato, originale ma conciso, ricco ma non disperso; a questo scopo è fondamentale aggiungere il giusto livello di variazione man mano che l'arrangiamento prosegue, senza che ci si perda allontanandosi troppo dal tema del pezzo.

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